Negli ultimi giorni ha tenuto banco il caso della foto di Patrizia Pepe e della modella anoressica (la mia opinione a riguardo rispecchia quella dell’amico Vincenzo Cosenza qui), un caso nato e sviluppato interamente sulla fan page del brand d’abbigliamento, ma l’ultimo flame della rete è nato lontano da essa, in un punto vendita Tezenis presso il centro commerciale Porta di Roma.
Tutto parte dalla denuncia di Le Iene, che hanno portato alla luce un caso di violenza sul lavoro, ai danni di una commessa per mano della proprietaria di un punto vendita Tezenis di Roma. La ragazza sarebbe stata picchiata e minacciata per aver chiesto la retribuzione degli straordinari. Immediata la reazione della Rete, con un sit in di protesta davanti al negozio, organizzato tramite Facebook, ed una vera carneficina di commenti sulla fan page ufficiale Tezenis, oltre a numerosi video su YouTube.
Al di là del fatto clamoroso in sè, e del tutto fuori dal controllo del brand, la tendenza è chiara: i luoghi virtuali divengono luogo privilegiato di “protesta” quando il brand commette un errore, ed il tentativo di Tezenis di non dar peso all’avvenitmento non pronunciandosi in merito non ha fermato la rabbia dei fans o di chi ha cliccato su Mi Piace solamente per esprimere tutto il legittimo e sacrosanto sdegno per una vicenda del genere.
Cari Tezenis, come minimo una bella causa per danno all’immagine alla signora Vera Emilio, nazi-rivenditrice del vostro brand io la farei, tanto per dimostrare buona volontà.