In Italia dal 2007 al 2009 le persone che navigano sono passate da 23 milioni a 28 milioni: una crescita importante ma che rappresenta ancora una cifra bassa rispetto agli altri Paesi. Il 25% di chi usa la tecnologia lo fa solo per svago o per gioco.
Intanto le vecchie riviste vanno in pensione, anche in bagno è cyber-mania. La Ue avverte: rischia l’esclusione chi non sa usare i social network.
Quasi un italiano su due non usa la rete. Uno su quattro usa la tecnologia solo per svago o per gioco. Questi i dati piu’ significativi dell’indagine Nielsen “Separati in casa: gli italiani tra cultura e tecnologie” elaborata per l’Osservatorio permanente sui contenuti digitali che verra’ presentata venerdi’ prossimo, a Milano, nel Palazzo delle Stelline, Sala Porta alle 10,30.
La ricerca evidenzia che cresce in modo esponenziale tra 2007 e 2009 l’utilizzo di internet: oggi oltre 28 milioni di italiani si collegano alla rete (e sono 5 milioni in piu’ di due anni fa). Tanti, ma non ancora abbastanza se si considera che nel 2009 quasi meta’ della popolazione italiana con piu’ di 14 anni (il 45% per la precisione) ancora non usa internet. Chi vi accede lo fa sempre piu’ in modo superficiale e fine a se stesso (e’ il 27% della popolazione di internet) nonostante l’offerta ricca ed articolata di contenuti culturali e di intrattenimento. I giovani, in particolare, sono sempre piu’ orientati in questa direzione. L’Osservatorio, creato nel 2007 da Aidro, Aie, Anica, Fimi, Pmi, Univideo, principali Associazioni che operano nella produzione e gestione dei contenuti, e Cinecitta’ Luce, in collaborazione con la societa’ Nielsen, fotografa in modo trasversale i diversi modi in cui il pubblico accede ai contenuti digitali attraverso le tecnologie.
La ricerca 2009, dal titolo ”Separati in casa: gli italiani tra cultura e tecnologie”, mette in evidenza il crescente divario esistente nel nostro Paese e nelle dinamiche di fruizione delle famiglie italiane delle tecnologie digitali e dei contenuti, attraverso uno studio qualitativo etnografico e quantitativo su un campione di 8.500 individui rappresentativo della popolazione italiana.
via Adnkronos