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Giorgio Marandola su Facebook

Facebook è indubbiamente il fenomeno del momento, conquista quote di mercato e fa spese più o meno ingenti in giro, ma, l’italiano medio che uso ne fa?
Per quello che ho potuto vedere da quando sono iscritto, su Facebook non si ritrovano solo vecchi amici ma si possono stabilire anche importanti relazioni sia professionali che prettamente culturali, basate su comunanza di intenti e di passioni.
Guardando al mio profilo oggi mi ritrovo con quasi 900 contatti, che comprendono sia gli amici di vecchia data, sia gli ex compagni di scuola, sia la gran parte dei bloggers italiani e dei professionisti del settore.

La maggior parte dei miei contatti fanno della loro identità digitale, un’immagine che riflette fedelmente la realtà sensibile della loro vita, li riconosco in ciò che condividono, in ciò che commentano ed in quali gruppi si iscrivono.
Con loro scambio punti di vista, organizzo uscite, partecipo ad eventi e feste, tutto fila liscio come nella vita reale quindi, ci si riflette nel social network.

Quello che realmente mi ha influenzato invece, da quando sono in Facebook, è la quantità di nuove cose che ho avuto modo di imparare.
Nel settore del web, della comunicazione ed in particolare dei social media, il Web 2.0 porta l’individuo ad assorbire continuamente nuovi input e nuove informazioni, la cultura cresce, link dopo link, video dopo video. Ciò che vedo nel flusso della home è un serbatoio immenso di cultura del settore, intervallata da considerazioni personali, scambi di opinione, dialoghi tramite commenti a cui è facilissimo partecipare attivamente e ricevere feedback anche se le persone coinvolte nella conversazione non mi hanno mai visto prima.

Una sorta di e-learning alimentato giornalmente da tantissime persone, che mi hanno dato modo di imparare molto giorno per giorno, ed essendo disponibili sui loro profili, mi hanno permesso di approfondire e di interloquire con loro in maniera più diretta.

La tribù, tempi e modalità

Di solito, pensando al fenomeno per il quale noi bloggers e molti professionisti del settore ci siamo “aggregati” su Facebook, tendo ad identificarlo con la formazione di una tribù, spontanea e dettata puramente da interessi di condivisione, partecipazione e confronto, il tutto condito con una serenità ed una cordialità veramente positiva.
Il processo è stato lento, ed in costante aggiornamento, ogni giorno scopro di avere amicizie in comune con persone nuove, ma quel numero di amicizie in comune in realtà tende a misurare il grado di affinità culturale che ho con quella persona.

Facebook, il nuovo elenco telefonico

Molte aziende, come moltissimi singoli soggetti alle prese con persone nuove, finiscono per cercare su Google nome e cognome di chi vogliono conoscere, hanno appena conosciuto o hanno intenzione di assumere, in cerca di informazioni, di identità online, di un punto di raccolta di dati identificativi. Questa funzione che fino ad oggi è appartenuta solo a Google, è stata il cavallo di battaglia di Linked In per quanto riguarda gli ambiti lavorativi, ora, su più larga scala, questa necessità di carpire informazioni, trovare un profilo valido e di rappresentanza di una data persona è padroneggiata da Facebook.
“Facebook” stesso, come termine, parola, è entrata nel vocabolario quotidiano rappresentando il punto di riferimento ideale, che può, attraverso il flusso di dati collezionato al suo interno, i video, le foto, rappresentare il vissuto quasi quotidiano della persona in un apprezzabile lasso di tempo.

Il social networking è cultura

Secondo un mio vecchio parallelismo, il social networking, così come internet, è come un pit bull, una bestia intelligente e duttile che rispecchia in pieno le qualità, ma tante volte i difetti di chi lo conduce.
Così come un pitbull addestrato alla violenza non potrà mai produrre qualcosa di diverso, una persona mossa da intenti di condivisione utile e positiva, ma soprattutto con tutti gli strumenti per essere in grado di produrre qualità, potrà essere una risorsa insostituibile per tutto il proprio “vicinato”, non solo su Facebook, ma su ogni strumento di aggregazione sociale presente sul web.

Le chiacchiere di corridoio etichettano spesso Facebook coe un servizio per ragazzini o in decadenza economica, quello che posso dire io è che mi sta dando tanto, e continuerà a farlo.

Un ringraziamento a tutti i miei contatti!


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